giovedì 28 maggio 2015

L'ideologia Juche: la base della politica statale nordcoreana

Torre Juche a Pyongyang

L'ideologia Juche è un tipo di teoria filosofico-politica creata e diffusa dall'ex leader nordcoreano Kim Il-sung secondo la quale le masse sono, sostanzialmente, le principali protagoniste della rivoluzione, della costruzione e dello sviluppo del paese.1 Questa teoria è diventata ufficialmente l'ideologia statale autarchica della Repubblica Democratica e Popolare di Corea (DPRK) nel 1972, sebbene già nel ventennio compreso fra il 1950 ed il 1970 Kim Il-sung e gli altri teorici del Partito dei Lavoratori che governa la Nord Corea, tra cui spicca la figura di Hwang Jang-yop, avessero elaborato la dottrina Juche, la quale è composta da una serie di linee guida che sono state utilizzate, in quegli anni, dal governo nordcoreano per giustificare le proprie decisioni di politica domestica ed estera. Tra le più importanti ci sono l'indipendenza politica e militare e l'autosufficienza economica.2

Juche è una parola di origine sino-coreana che è molto difficile da tradurre. Sebbene molti studiosi, scienziati politici e linguisti abbiano cercato di descriverla in termini di indipendenza, autonomia e autosufficienza il suo significato è molto più sfumato, profondo e complesso.3 È stato lo stesso leader Kim Il-sung in un discorso del 1972 a fugare ogni dubbio ed a spiegare che cosa si intende per Juche: «Stabilire lo Juche significa, in parole povere, essere i protagonisti della rivoluzione e della ricostruzione del proprio paese. Ciò vuol dire mantenere una salda posizione di indipendenza, rifiutare la dipendenza dagli altri, contare sulle nostre proprie forze, credere nella nostra forza, avere fiducia in noi stessi, mostrare lo spirito rivoluzionario dell'autosufficienza, e, quindi, risolvere da soli i nostri problemi ed assumerci le nostre proprie responsabilità in ogni circostanza».4

Il governo della DPRK sostiene che l'ideologia Juche è una reinterpretazione creativa da parte di Kim Il-sung dei principi marxisti-leninisti per adattarli al meglio alla realtà politica della Repubblica nordcoreana. Kim Il-sung e suo figlio e successore a capo della nazione Kim Jong-il hanno, con successo, assurto l'ideologia Juche a principale punto di riferimento politico nazionale per evocare nel popolo nordcoreano un fiero orgoglio nazionalistico, considerato come il propulsore dell'indipendenza statale ed il mezzo necessario per portare avanti le politiche di autosufficienza e sacrificio, anche in periodi particolarmente difficili come la carestia e la stagnazione economica.5 Il primo riferimento all'ideologia Juche come base della politica autarchica nordcoreana è avvenuto in un discorso del 1955 tenuto dall'allora leader Kim Il-sung. Le testuali parole del “grande leader”, così come chiamato dal popolo nordcoreano, furono: «Per poter fare la rivoluzione in Corea dobbiamo conoscere la storia e la geografia coreana così come i costumi e le tradizioni del popolo coreano. Solamente allora potrà essere possibile istruire il nostro popolo nel modo migliore per soddisfarlo ed infondere in esso un ardente amore per il suo luogo natio e la sua terra madre».6

La politica Juche si basa su tre pilastri fondamentali:
  • Chaju: Indipendenza interna ed esterna;
  • Charip: Indipendenza economica;
  • Chawi: Indipendenza militare ed autodifesa.

Questi tre principi sono stati sottolineati ed enfatizzati dal leader Kim Il-sung in due famosi discorsi di fronte alla Suprema Assemblea del Popolo, rispettivamente quello del 14 Aprile 1965 dal titolo “La Costruzione socialista e la rivoluzione sudcoreana nella Repubblica Democratica e Popolare di Corea” e quello del 16 Dicembre 1967 intitolato “Lasciateci difendere lo spirito rivoluzionario di indipendenza, autosufficienza ed autodifesa fondamentalmente in tutti i settori delle attività statali”. In particolare, in quest'ultimo discorso il leader nordcoreano ha dichiarato: «il governo della Repubblica implementerà tutte le misure necessarie per soddisfare i requisiti di indipendenza, autosufficienza ed autodifesa al fine di consolidare l'indipendenza politica del paese (chaju), per costruire fondamenta più solide di una economia nazionale indipendente capace di assicurare la completa unità, indipendenza e prosperità della nazione (charip) e per aumentare le funzionalità di difesa dello Stato, così da salvaguardare la sicurezza della terra madre grazie alle nostre uniche forze (chawi), misure che incarnano, splendidamente, l'ideologia Juche del nostro partito in tutti gli ambiti e settori».7

Il chaju, ossia l'indipendenza politica sia all'interno dei confini nazionali che in tema di politica estera è uno dei tasselli portanti dell'ideologia Juche. Con riguardo alle relazioni internazionali, il chaju intende sottolineare l'importanza di una totale eguaglianza e di un rispetto reciproco fra le nazioni. Questo principio, inoltre, mette in evidenza il fatto che ogni Stato ha il diritto di autodeterminarsi al fine di assicurare la felicità e la prosperità al suo popolo nel miglior modo possibile. Ciò ha contribuito a limitare notevolmente la cooperazione con poteri ed organismi esterni alla nazione. Infatti, secondo l'interpretazione statale dello Juche, cedere alle pressioni esterne o tollerare interventi da parte di organismi esteri renderebbe impossibile mantenere il chaju, o difendere la propria indipendenza nazionale e la propria sovranità. Ciò, a sua volta, minaccerebbe la capacità della nazione di difendere gli interessi del popolo, in quanto l'indipendenza politica è considerata un elemento assolutamente fondamentale per l'autosufficienza economica e l'autodifesa militare.8 Kim Jong-il ha annunciato che la dipendenza da poteri esteri condurrebbe al fallimento della rivoluzione socialista in Corea. Suo padre Kim Il-sung, tuttavia, ha sottolineato l'importanza della cooperazione e del supporto reciproco nei confronti di paesi considerati “pari socialisti” come la Cina, l'Unione Sovietica, Cuba ed alcuni paesi africani.9 Egli ha anche affermato che il successo del suo regime è stato possibile grazie al modo indipendente in cui sono stati risolti i problemi, attraverso l'adattamento dei principi marxisti-leninisti alle specifiche condizioni della Repubblica Democratica e Popolare di Corea. Secondo la sua visione, costruire forze politiche interne per mantenere il chaju era ed è una condizione imperativa.10 Il fattore cruciale per raggiungere il chaju è il modo in cui il popolo si stringe attorno al partito, ai suoi principi ed alla figura del capo: Kim Il-sung prima, Kim Jong-il dopo, Kim Jong-un adesso. L'unità del popolo nordcoreano è uno degli elementi caratterizzanti di questo sistema che, spesso, si manifesta con imponenti parate e spettacolari eventi pubblici.

Per charip si intende, invece, l'indipendenza economica. Secondo la dottrina politica nordcoreana un'economia indipendente ed autosufficiente è necessaria sia per assicurare l'integrità politica sia per raggiungere un certo livello di prosperità nazionale. Il charip è visto come la base materiale su cui poggia il chaju, cioè l'indipendenza politica. Infatti, Kim Il-sung temeva che la dipendenza economica da aiuti esterni avrebbe reso lo stato un satellite politico di altri paesi e credeva che sarebbe stato impossibile costruire con successo una repubblica socialista senza le fondamenta tecniche e materiali provenienti da un'economia nazionale indipendente. Questa economia sarebbe costituita, secondo lui, da una potente base di industria pesante, con l'industria di costruzione dei macchinari a farla da padrone. Ciò avrebbe permesso di equipaggiare l'industria leggera, l'agricoltura, i trasporti e tutte le altre branche dell'economia.11 Quindi, secondo l'ideologia politica nordcoreana, costruire un'economia nazionale indipendente significa costruire un'economia che è libera dalla dipendenza dagli altri e che è in grado di reggersi da sola; un'economia che serve il suo popolo, che si basa sulle proprie risorse e sugli sforzi ed il lavoro dei suoi abitanti.12 Per dirla in un'unica parola: autarchia. La produzione indipendente di cibo è considerata particolarmente significativa in quanto un'agricoltura di successo permetterebbe alle persone di avere condizioni di vita stabili e di autosostentarsi. Altrettanto importante per la sopravvivenza e l'indipendenza dell'economia nazionale è stata la creazione di fonti affidabili ed indipendenti di materie prime e combustibili.13 L'ampia modernizzazione dell'economia e la formazione di dirigenti e personale altamente qualificato è stato un fattore ugualmente indispensabile per la costruzione di un'economia nazionale indipendente. Kim Il-sung è stato abile a mantenere un charip basato sul principio Juche dell'autosufficienza, che, tuttavia, non è sinonimo di un'economia chiusa ed isolata. Lo stato ha, infatti, incoraggiato lo sviluppo di una cooperazione tecnica ed economica con altri paesi socialisti, comunisti ed emergenti legati ed accomunati da un'unità ideologica.14

L'ultimo pilastro su cui è costruita l'ideologia Juche e, di conseguenza, la politica nordcoreana è il chawi, vale a dire l'indipendenza militare. Esso è un fattore strettamente correlato con un altro grande principio che regge la struttura politica del paese asiatico: il Songun, considerato la base della politica militare della Nord Corea. Poiché la dottrina militare è retta per lo più dall'ideologia Songun il chawi è visto, sostanzialmente, come l'insieme di regole che devono essere implementate al fine di costruire un sistema di difesa autosufficiente, che implica la mobilitazione dell'intero paese e la diffusione dell'ideologia Juche nelle forze armate. Ciò, insieme alla dottrina Songun, si esplica in una serie di manifestazioni e parate militari che coinvolgono soldati e civili. Ogni cittadino nordcoreano, sia uomo che donna, deve infatti dedicare una parte del proprio tempo all'esercito o all'espletamento di qualche attività militare. Coloro che non sono direttamente chiamati alle armi contribuiscono attraverso la costruzione ed il mantenimento dell'industria domestica di difesa e sicurezza e rimangono ideologicamente preparati così da intervenire in caso di bisogno e di mantenere il fronte interno unito in un senso di superiorità socio-politica. Il chawi è visto anche, secondo le parole di Kim Il-sung, come l'elemento fondamentale per proteggersi dagli «aggressori imperialisti stranieri che mettono in pericolo i principi e la stabilità interna».15 Questo principio è, quindi, volto a preparare il popolo coreano ad affrontare un'eventuale guerra ed a mantenere, di conseguenza, l'indipendenza economica e politica, così da legarsi indissolubilmente agli altri due principi del Juche, ossia chaju charip.

L'importanza dell'ideologia Juche come base politica e principio guida su cui si regge l'intero sistema politico nordcoreano è talmente forte che in suo onore è stata costruita anche una torre a Pyongyang, capitale della Nord Corea, chiamata appunto Torre Juche . Completata nel 1982, sorge sulla riva sinistra del fiume Taedong, esattamente di fronte a piazza Kim Il-sung, sita sulla riva opposta. Venne eretta per commemorare il 70º compleanno di Kim Il-sung e riunisce simbolicamente i principi di autarchia, autosufficienza, patriottismo, tradizionalismo coreano e marxismo-leninismo.16 Alta complessivamente 170 metri, consiste di una guglia alta 150 metri composta da 25.550 blocchi di granito (365 × 70, uno per ogni giorno della vita di Kim Il-sung fino al 70º compleanno) rivestiti in pietra bianca con 70 divisioni e sormontata da una torcia (modellata a forma di fiamma) illuminata internamente, alta 20 metri e pesante 45 tonnellate.17 Nella base della torre vi sono alcune sale in cui saltuariamente installazioni video illustrano l'importanza ideologica della torre.18 La Torre Juche è la seconda più alta colonna monumentale al mondo, dopo il San Jacinto Monument in Texas, 2.9 metri più alto. Oltre alla torre, l'area del monumento ospita anche una statua di 30 metri raffigurante tre persone: una con un martello, una con una falce e una con un pennello da calligrafia a rappresentare le categorie degli operai, dei contadini e degli intellettuali, analoga alla Statua dell'Operaio e della Kolchoziana che si trova a Mosca. I tre strumenti formano l'emblema del Partito dei Lavoratori di Corea. Vi sono inoltre altri sei gruppi di sculture, alti 10 metri, che simbolizzano altri aspetti dell'ideologia di Kim Il-sung. Infine, accanto alla torre, una parete ospita 82 placche di amicizia donate da sostenitori stranieri.

Filippo Ferraro

1, 6 Bruce Cumings, Korea's Place in the Sun: A Modern History, 1997.
2 Don Oberdorfer, The Two Korea, 1997.
3 Felix Abt, A Capitalist in North Korea: My Seven Years in the Hermit Kingdom, 2014.
4, 7, 9, 10, 11, 15 Yuk-sa Li, Juche! The Speeches and Writings of Kim Il Sung, 1972.
5 Tai-sung An, North Korea in Transition: From Dictatorship to Dynasty, 1983.
8, 12, 13, 14 Jong-il Kim, Accomplishing Juche Revolutionary Cause, 1990.
16, 17, 18 Martin K. Bradly, Under The Loving Care of The Fatherly Leader, 2004.
N.B. In relazione alle note 4, 6 e 7 le traduzioni sono ad opera dell'autore dell'articolo.

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