lunedì 1 giugno 2015

La guerra sconosciuta: Marina Raskova e le Streghe della notte

Marina Raskova con alcune ragazze del reggimento

Streghe della notte: venivano chiamate così dall'esercito nemico tedesco le squadriglie del reggimento femminile russo composte da sole donne e nate grazie al grande spirito patriottico ed alla tenacia di Marina Raskova, insignita dell'onorificenza di Eroina dell’Unione Sovietica per aver effettuato a bordo del suo  Sukhoi ANT-37bis denominato “Rodina” (Madrepatria) una leggendaria trasvolata, senza scali, di 6450 km da Mosca a Komsomolsk all'estrema punta orientale della Siberia, superando gli Urali ed impiegando in totale 26 ore e 29 minuti.1 Ad essere soprannominato così fu, in particolare, il 588° Reggimento bombardamento notturno sovietico, più tardi ribattezzato col titolo onorifico di 46° Reggimento guardie di Taman di bombardamento leggero notturno, creato, come accennato sopra, grazie all’iniziativa di Marina Raskova e comandato dal maggiore Evdokija Beršanskaja.2

Il nomignolo “Streghe della notte” (die Nachthexen, in tedesco) fu dato a questa squadriglia dai piloti nazisti dello Jagdgeschwader JG 52, l'unità d'elite tedesca, una delle migliori della seconda guerra mondiale, capace di ottenere più di diecimila vittorie aree nella sua storia, e che non riuscivano a credere che delle donne potessero essere delle così abili aviatrici ed andare a bombardare nottetempo con ogni tipo di condizione atmosferica il loro aerodromo e le loro basi aeree. Esse incutevano ai tedeschi un vero e proprio terrore, nonostante l'uso di aerei lenti, poco equipaggiati ed obsoleti, soprattutto il Polikarpov U-2, un biplano di legno e tela usato prima della guerra per gli addestramenti e le irrigazioni in agricoltura.3 Esso era, tuttavia, estremamente manovrabile ed i suoi piloti donne sfruttarono proprio questa manovrabilità per sfuggire ai piloti tedeschi, i quali molto difficilmente riuscivano ad abbatterli, e furono utilizzati per effettuare raid notturni veloci e letali. A tal proposito il comandante tedesco Johannes Steinhoff scrisse in una nota del 1942 a proposito del 588º Reggimento: «Non ci capacitiamo del fatto che i piloti sovietici che ci stanno dando i più grossi problemi siano donne. Non temono nulla, vengono di notte a tormentarci con i loro obsoleti biplani e non ci fanno chiudere occhio per molte notti».4

A questo punto appare necessario capire chi era Marina Raskova e come sviluppò la proposta di creazione del leggendario Reggimento delle Streghe della notte che scrisse indissolubilmente il suo nome nel grande libro della storia russa della seconda guerra mondiale. Marina Raskova nacque come Marina Michajlovna Malinina a Mosca nel 1912 da una famiglia appartenente alla classe media. Suo padre Michail Malinin era un cantante d'opera e maestro di canto, mentre sua madre, Anna Liubatovich, era un'insegnante. A dispetto della sua futura professione, durante la giovinezza la piccola Marina non mostrò alcun interesse per l'aviazione bensì per altre discipline come la musica (imparò a suonare il pianoforte), le lingue (parlava anche fluentemente l’italiano ed il francese) e la chimica. Solo in un secondo momento cominciò a sviluppare la passione per l'arte militare e la sua entrata in aviazione avvenne quasi per puro caso.5 Infatti, dopo aver perso il padre in tenera età a causa delle ferite riportate a seguito di un incidente, Marina, per dare un sostegno economico alla famiglia, abbandonò gli studi di canto per intraprendere quelli di chimica presso una scuola superiore, dove si diplomò nel 1929. Subito dopo il diploma, lo stesso anno, fu assunta in una fabbrica di produzione di vernici e sposò l'ingegnere Sergej Raskov, dal quale prese il cognome e dal quale ebbe la figlia Tanja nel 1930. Il matrimonio fra Sergej e Marina terminò nel 1935 quando i due decisero di divorziare. Nel 1931 la Raskova entrò a far parte dell'Accademia dell'aviazione militare sovietica "Žukovskij" come tecnico di laboratorio.6 Negli anni seguenti divenne un'abile pilota dell'aviazione sovietica, prima donna aviatrice della SSSR (la forza aerea dell’URSS). Inoltre fu anche la prima donna ad insegnare presso l'Accademia Aerea Žukovskij, di cui era stata allieva in precedenza. Durante questo periodo di insegnamento, Marina Raskova cominciò ad essere conosciuta in tutto il territorio dell'Unione grazie ad una serie di record di distanze che ella raggiunse fra il 1937 ed il 1938. Il culmine fu toccato tra il 24 ed 25 settembre 1938 quando compì la traversata da Mosca a Komsomolsk che gli valse il titolo di Eroina dell'Unione Sovietica e che le permise di raggiungere un altissimo status di celebrità in patria.7

La capostipite delle donne pilota sovietiche, ormai celebre in tutta l'Unione, comincio a maturare l’idea di creare un reggimento speciale interamente formato da donne avente come fine quello di servire la madrepatria durante la seconda guerra mondiale, quando ricevette molte lettere da ragazze che, affascinate dalle sue imprese, decisero di emularla e di diventare piloti, istruttrici di volo ed aviatrici (nell'URSS tutti potevano ottenere un brevetto di volo gratuitamente).7 All'inizio la sua proposta ricevette una forte opposizione, ma a seguito delle sue insistenze e dell'arrivo di una sfilza di ulteriori lettere di molte giovani donne russe che desideravano servire il proprio paese, fu Stalin in persona ad accettare la proposta ed a concedere l'autorizzazione a formare questo reggimento speciale completamente femminile. Già nell'autunno 1941 iniziò la selezione delle volontarie.8 Marina Raskova era una donna assolutamente straordinaria e lo stesso Stalin ne rimase affascinato. Quando gli portò una valigia piena di quelle lettere di aviatrici ed istruttrici di volo donne che lei aveva ricevuto, lui all'inizio tentennò, poiché temeva che le generazioni future lo avrebbero giudicato male per il sacrificio di tante ragazze, ma la Raskova gli spiegò che se lui non le avesse fatte entrare nelle forze armate, loro avrebbero rubato degli aerei per volare al fronte, cosa che avvenne puntualmente! Alla fine Stalin cedette e autorizzò la creazione di tre reggimenti: il 586° IAP (Istrebitelnyi Aviatsionniy Polk) da caccia; il 587° BAP (Bombardirovochnyi Aviatsionnyi Polk) da bombardamento in picchiata e il 588° NBAP (Nochnoi Bombardirovochnyi Aviatsionnyi Polk) da bombardamento notturno. Fu proprio all'interno di quest'ultimo reggimento che nacque il mito delle “Streghe della notte”.9 Il primo ordine intimato alle ragazze della squadriglia fu quello di tagliarsi i capelli “come i maschi”, facendoli ricadere davanti solo “fino a metà orecchio”. Le trecce potevano essere conservate unicamente dietro un'autorizzazione speciale di Marina Raskova, ma nessuna delle ragazze rivolse mai alla leggendaria aviatrice una dichiarazione così “futile”.10

Il 27 maggio 1942 il reggimento delle “Streghe della notte”, composto da 115 ragazze di età compresa tra i 17 e i 22 anni, raggiunse il fronte dopo un periodo di addestramento intensivo. La prima incursione bellica fu effettuata già il 12 giugno.11 Il 588° fu l’unico reggimento interamente femminile, dal comandante all’ultimo meccanico di aereo ed era equipaggiato con il Polikarpov U-2, un biplano di legno e tela usato prima della guerra in agricoltura. Era un aereo biposto, lentissimo, senza armamento difensivo, senza alcuno strumento per il volo notturno. Questi aerei erano soprannominati scherzosamente “pannocchie” ed avevano, in particolare, una cabina aperta, coperta solamente da una calotta di plexiglas che non solo non era in grado di difendere l'equipaggio dai proiettili ma nemmeno dal forte vento. Non erano forniti di collegamenti radio e volavano a una velocità di 120 chilometri orari ed a una quota di tremila metri. L'unica arma di cui disponevano erano delle pistole TT. I mitragliatori comparvero su questi velivoli solo in seguito, nel 1944.12 Erano sprovvisti di un vano bombe e gli ordigni venivano appesi sotto alla pancia dell'aereo. Molte bombe, il Polikarpov U-2, faceva fatica a sollevarle, ma in compenso colpivano l'obiettivo con estrema precisione. Le ufficiali di rotta tenevano gli ordigni più piccoli sulle proprie ginocchia e li lanciavano con le mani dallo sportello dell'aereo. Le giovani aviatrici volavano di notte, effettuando anche una decina di incursioni a volta. Spegnevano il motore e nel silenzio lanciavano le bombe sul nemico. Trasportavano anche scorte destinate ai partigiani: farmaci, munizioni, generi alimentari, lettere e pacchi postali.13 I soldati tedeschi erano letteralmente terrorizzati dai raid delle Streghe della notte e chi riusciva ad abbattere un “compensato russo”, così come era chiamato dai soldati nazisti il Polikarpov U-2, veniva insignito con la “Croce di ferro” la più alta onorificenza militare del Terzo Reich.14

In genere l'equipaggio del 588° reggimento, rinominato 46° Reggimento guardie di Taman a partire dal 1943 a seguito di due celebri ed importantissime vittorie sovietiche nella Penisola di Taman, era composto da un'aviatrice e da un'ufficiale di rotta, per lo più studentesse universitarie.15 Tra i personaggi più celebri e maggiormente decorati del 46° Reggimento di Taman si possono ricordare Natalya Meklin, che dopo la guerra divenne giornalista e scrittrice, Ira Sebrova, un ex meccanica in una fabbrica, che svolse oltre 1000 azioni di bombardamento, Mariya Smirnova, Dina Nikulina e l'ex studentessa di astronomia Evgheniya Rudneva, morta durante un bombardamento su Kerch (città della Crimea), ed il cui nome è stato dato ad un asteroide. Tutte loro formarono un gruppo affiatato e speciale: facevano lezione, pubblicavano giornali, scrivevano versi.16 Questa squadriglia era comandata con sagacia e con abilità dal maggiore Evdokija Beršanskaja, unica donna russa ad essere insignita del prestigioso riconoscimento di Cavaliere dell'Ordine di Suvorov.

Il reggimento entrò in azione alla fine del maggio 1942 nel Donetsk, in Ucraina orientale, e contrastò l'avanzata tedesca prima nel Kuban e poi nel Nord del Caucaso. Successivamente combatté i nazisti in Crimea, in Bielorussia, in Polonia ed infine in Germania. Le ultime foto del reggimento ritraggono i Polikarpov in volo sopra il cielo di Berlino, sulla Porta di Brandeburgo.17 Le Streghe della Notte svolsero 23.000 missioni in tre anni, colpendo duramente ponti, nodi ferroviari, stazioni, depositi di munizioni, concentrazioni di soldati, aeroporti nemici. Trentatre aviatrici perirono, durante i combattimenti . Molte di loro ricevettero postume il titolo di Eroine dell’Unione Sovietica, di Eroine della Federazione Russa ed una, Katya Dospanova, del Kazakhistan.18 Il 587° Reggimento, anch'esso fortemente voluto da Marina Raskova, era, invece quello comandato da Valentin Markov, che pur non avendo ricevuto il nomignolo di “Streghe della notte” come il 588° diede un contributo fondamentale nell'economia militare sovietica durante il conflitto bellico ed era specializzato nel bombardamento in picchiata. L'aereo utilizzato dalla squadriglia era un Petlyakov Pe-2, considerato da molti studiosi e storici come uno dei migliori bombardieri della seconda guerra mondiale. Il Petlyakov era un aereo molto veloce e molto difficile da pilotare, solo le ragazze con oltre mille ore di volo vennero destinate a questo reggimento.19 In realtà questa squadriglia avrebbe dovuto avere un aereo biposto, il Sukhoi Su-2, ma la Raskova restò delusa dalle prestazioni di questo aereo, che pilotò a più riprese in passato, e chiese ed ottenne il Petlyakov, che però era molto complesso da mantenere ed, inoltre, le mitragliatrici erano molto dure, richiedevano uno sforzo iniziale di 60 chili, per essere azionate, quindi fu necessario aggiungere degli uomini a questo stormo, che spesso ricoprivano il ruolo di mitraglieri. Marina Raskova morì proprio pilotando uno di questi aerei mentre guidava una pattuglia a Stalingrado: a causa di nuvole molto basse non vide una scarpata e il suo aereo precipitò al suolo, su una delle rive del Volga.20 Il Reggimento da Bombardamento in picchiata (inizialmente denominato 587° BAP ed in seguito 125° GvBAP) sganciò 980 tonnellate di bombe nel corso di 1134 missioni e svolse 4419 missioni di combattimento rivendicando l'abbattimento di 38 aerei nemici durante 125 battaglie aeree.21 Il 587° reggimento iniziò a combattere a Stalingrado, l’odierna Volgograd, nel febbraio 1943, e poi si spostò a sud, contrastando i tedeschi nel Kuban, nel Nord del Caucaso, poi in Bielorussia, in Polonia ed infine nei paesi baltici.22 Il 586° era, invece, un reggimento caccia. La Raskova riuscì ad ottenere per questo reggimento gli Yakovlev Yak-1, i migliori caccia sovietici del tempo, costruiti a Saratov, dove le ragazze si erano addestrate. Anche questo reggimento aveva dei piloti e dei tecnici maschi, in quanto lo Yak era un aereo molto complesso da pilotare e le ragazze avevano avuto un corso troppo breve per essere preparate a dovere. Il comandante era Tamara Kazarinova. Inizialmente questo reggimento venne schierato nelle retrovie, a difesa della città di Saratov e della sua fabbrica di aerei, ma molte ragazze ardevano dal desiderio di andare al fronte. Alla fine, nel settembre 1943, otto di loro vennero mandate a Stalingrado. Tra queste spiccavano Lidya Litvyak e Katya Budanova, le uniche due donne asso nella storia dell’aviazione russa (un asso in aviazione è un pilota che ha abbattuto almeno cinque aerei nemici). Il 13 settembre 1943 proprio Litvyak fu la prima donna pilota ad essere accreditata dell'abbattimento di un aereo nemico, anzi, due: un caccia Messerchmitt Bf109 e un bombardiere Junkers Ju88.23 Il 586° combatté a Voronezh, Kursk, Kiev, Zhitomir ed in Ungheria, a Debrecen ed a Budapest. Spesso i suoi compiti erano quelli di proteggere nodi ferroviari o di scortare personaggi importanti, tra i quali il futuro presidente sovietico Nikita Chruščëv.24

Durante l'arco del conflitto e dopo, molte aviatrici furono insignite di importanti onorificenze tra cui il già ricordato titolo di Cavaliere dell'Ordine di Suvorov e l'ordine della Bandiera Rossa, un altro prestigioso riconoscimento militare dell'Unione Sovietica.25 Tutte queste donne ed in particolare le Streghe della notte celebrarono il Giorno della Vittoria il 9 maggio onorando la memoria delle compagne morte in battaglia e che non avevano avuto la fortuna di vivere insieme a loro quel giorno felice.26 Il patriottismo e l'eroismo di queste donne hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi una straordinaria pagina di storia che non va dimenticata.
Filippo Ferraro

1, 12, 21 Anne Noggle - Christine A. White, A Dance with Death: Soviet Airwomen in World War II, 1993.
2 Reina Pennington, Wings, Women & War: Soviet Airwomen in World War II Combat, 2001.
3, 4, 8 Gian Piero Milanetti, Le Streghe della Notte: La storia non detta delle eroiche ragazze-pilota dell'Unione Sovietica nella Grande Guerra Patriottica, 2011.
5, 16, 23, 25 Kazimiera Janina, Women in War and Resistance. Selected Biographies of Soviet Women Soldiers, 1998.
6, 13, 14, 17, 22, 24 Henry Sakaida - Christa Hook, Heroines of the Soviet Union: 1941-45, 2003.
7, 9, 20 Gian Piero Milanetti, Soviet Airwomen of the Great Patriotic War. A pictorial history, 2013.
10 Marina Rossi, Le Streghe della notte. Storia e testimonianza dell'aviazione al femminile in URSS. 1941-1945, 2003.
11 Robyn Dixon, Day of Glory for USSR's Night Witches, 2001.
15, 26 Harold Stockton - Dariusz Tyminski - Christer Bergström, Marina Raskova et les femmes pilotes soviétiques durant la guerre 1939-45, 2009.
19 Mike Wright, What They Didn't Teach You About World War II, 1998.