Marina
Raskova con alcune ragazze del reggimento
Streghe
della notte: venivano chiamate così dall'esercito nemico tedesco
le squadriglie del reggimento femminile russo composte da sole donne
e nate grazie al grande spirito patriottico ed alla tenacia di Marina
Raskova, insignita dell'onorificenza di Eroina dell’Unione
Sovietica per aver effettuato a bordo del suo Sukhoi
ANT-37bis
denominato “Rodina”
(Madrepatria)
una leggendaria trasvolata, senza scali, di 6450 km da Mosca
a Komsomolsk
all'estrema punta orientale della Siberia, superando gli Urali ed
impiegando in totale 26 ore e 29 minuti.1
Ad
essere soprannominato così fu, in particolare, il 588° Reggimento
bombardamento notturno sovietico, più tardi ribattezzato col
titolo onorifico di 46° Reggimento guardie di Taman di
bombardamento leggero notturno, creato, come accennato sopra, grazie
all’iniziativa di Marina Raskova e comandato dal maggiore Evdokija
Beršanskaja.2
Il
nomignolo “Streghe della notte”
(die Nachthexen,
in tedesco) fu dato a questa squadriglia dai piloti nazisti dello
Jagdgeschwader JG 52,
l'unità d'elite tedesca, una delle migliori della seconda guerra
mondiale, capace di ottenere più di diecimila vittorie aree nella
sua storia, e che non riuscivano a credere che delle donne potessero
essere delle così abili aviatrici ed andare a bombardare nottetempo
con ogni tipo di condizione atmosferica il loro aerodromo e le loro
basi aeree. Esse incutevano ai tedeschi un vero e proprio terrore,
nonostante l'uso di aerei lenti, poco equipaggiati ed obsoleti,
soprattutto il Polikarpov U-2,
un biplano di legno e tela usato prima della guerra per gli
addestramenti e le irrigazioni in agricoltura.3
Esso era, tuttavia, estremamente manovrabile ed
i suoi piloti donne sfruttarono proprio questa manovrabilità per
sfuggire ai piloti tedeschi, i quali molto difficilmente riuscivano
ad abbatterli, e furono utilizzati per effettuare raid notturni
veloci e letali. A tal proposito il comandante tedesco Johannes
Steinhoff scrisse in una nota del 1942 a proposito del 588º
Reggimento: «Non ci capacitiamo del fatto che i piloti sovietici che
ci stanno dando i più grossi problemi siano donne. Non temono nulla,
vengono di notte a tormentarci con i loro obsoleti biplani e non ci
fanno chiudere occhio per molte notti».4
A
questo punto appare necessario capire chi era Marina Raskova e come
sviluppò la proposta di creazione del leggendario Reggimento delle
Streghe della notte che scrisse indissolubilmente il suo nome nel
grande libro della storia russa della seconda guerra mondiale. Marina
Raskova nacque come Marina Michajlovna Malinina a Mosca nel 1912 da
una famiglia appartenente alla classe media. Suo padre Michail
Malinin era un cantante d'opera e maestro di canto, mentre sua madre,
Anna Liubatovich, era un'insegnante. A dispetto della sua futura
professione, durante la giovinezza la piccola Marina non mostrò
alcun interesse per l'aviazione bensì per altre discipline come la
musica (imparò a suonare il pianoforte), le lingue (parlava anche
fluentemente l’italiano ed il francese) e la chimica. Solo in un
secondo momento cominciò a sviluppare la passione per l'arte
militare e la sua entrata in aviazione avvenne quasi per puro caso.5
Infatti,
dopo aver perso il padre in tenera età a causa delle ferite
riportate a seguito di un incidente, Marina, per dare un sostegno
economico alla famiglia, abbandonò gli studi di canto per
intraprendere quelli di chimica presso una scuola superiore, dove si
diplomò nel 1929. Subito dopo il diploma, lo stesso anno, fu assunta
in una fabbrica di produzione di vernici e sposò l'ingegnere Sergej
Raskov, dal quale prese il cognome e dal quale ebbe la figlia Tanja
nel 1930. Il matrimonio fra Sergej e Marina terminò nel 1935 quando
i due decisero di divorziare. Nel 1931 la Raskova entrò a far parte
dell'Accademia dell'aviazione militare sovietica "Žukovskij"
come tecnico di laboratorio.6
Negli
anni seguenti divenne un'abile pilota dell'aviazione sovietica, prima
donna aviatrice della SSSR (la forza aerea dell’URSS). Inoltre fu
anche la prima donna ad insegnare presso l'Accademia Aerea Žukovskij,
di cui era stata allieva in precedenza. Durante questo periodo di
insegnamento, Marina Raskova cominciò ad essere conosciuta in tutto
il territorio dell'Unione grazie ad una serie di record di distanze
che ella raggiunse fra il 1937 ed il 1938. Il culmine fu toccato tra
il 24 ed 25 settembre 1938 quando compì la traversata da Mosca a
Komsomolsk che gli valse il titolo di Eroina dell'Unione Sovietica e
che le permise di raggiungere un altissimo status di celebrità in
patria.7
La
capostipite delle donne pilota sovietiche, ormai celebre in tutta
l'Unione, comincio a maturare l’idea di creare un reggimento
speciale interamente formato da donne avente come fine quello di
servire la madrepatria durante la seconda guerra mondiale, quando
ricevette molte lettere da ragazze che, affascinate dalle sue
imprese, decisero di emularla e di diventare piloti, istruttrici di
volo ed aviatrici (nell'URSS tutti potevano ottenere un brevetto di
volo gratuitamente).7
All'inizio la sua proposta ricevette una forte opposizione, ma a
seguito delle sue insistenze e dell'arrivo di una sfilza di ulteriori
lettere di molte giovani donne russe che desideravano servire il
proprio paese, fu Stalin in persona ad accettare la proposta ed a
concedere l'autorizzazione a formare questo reggimento speciale
completamente femminile. Già nell'autunno 1941 iniziò la selezione
delle volontarie.8
Marina Raskova era una donna assolutamente
straordinaria e lo stesso Stalin ne rimase affascinato. Quando gli
portò una valigia piena di quelle lettere di aviatrici ed
istruttrici di volo donne che lei aveva ricevuto, lui all'inizio
tentennò, poiché temeva che le generazioni future lo avrebbero
giudicato male per il sacrificio di tante ragazze, ma la Raskova gli
spiegò che se lui non le avesse fatte entrare nelle forze armate,
loro avrebbero rubato degli aerei per volare al fronte, cosa che
avvenne puntualmente! Alla fine Stalin cedette e autorizzò la
creazione di tre reggimenti: il 586° IAP (Istrebitelnyi
Aviatsionniy Polk) da caccia; il
587° BAP (Bombardirovochnyi
Aviatsionnyi Polk) da bombardamento
in picchiata e il 588° NBAP (Nochnoi
Bombardirovochnyi Aviatsionnyi Polk)
da bombardamento notturno. Fu proprio all'interno di quest'ultimo
reggimento che nacque il mito delle “Streghe della notte”.9
Il primo ordine intimato alle ragazze della
squadriglia fu quello di tagliarsi i capelli “come i maschi”,
facendoli ricadere davanti solo “fino a metà orecchio”. Le
trecce potevano essere conservate unicamente dietro un'autorizzazione
speciale di Marina Raskova, ma nessuna delle ragazze rivolse mai alla
leggendaria aviatrice una dichiarazione così “futile”.10
Il
27 maggio 1942 il reggimento delle “Streghe della notte”,
composto da 115 ragazze di età compresa tra i 17 e i 22 anni,
raggiunse il fronte dopo un periodo di addestramento intensivo. La
prima incursione bellica fu effettuata già il 12 giugno.11
Il 588° fu l’unico reggimento interamente
femminile, dal comandante all’ultimo meccanico di aereo ed era
equipaggiato con il Polikarpov U-2,
un biplano di legno e tela usato prima della guerra in agricoltura.
Era un aereo biposto, lentissimo, senza armamento difensivo, senza
alcuno strumento per il volo notturno. Questi aerei erano
soprannominati scherzosamente “pannocchie” ed avevano, in
particolare, una cabina aperta, coperta solamente da una calotta di
plexiglas che non solo non era in grado di difendere l'equipaggio dai
proiettili ma nemmeno dal forte vento. Non erano forniti di
collegamenti radio e volavano a una velocità di 120 chilometri orari
ed a una quota di tremila metri. L'unica arma di cui disponevano
erano delle pistole TT. I mitragliatori comparvero su questi velivoli
solo in seguito, nel 1944.12
Erano sprovvisti di un vano bombe e gli ordigni
venivano appesi sotto alla pancia dell'aereo. Molte bombe, il
Polikarpov U-2,
faceva fatica a sollevarle, ma in compenso colpivano l'obiettivo con
estrema precisione. Le ufficiali di rotta tenevano gli ordigni più
piccoli sulle proprie ginocchia e li lanciavano con le mani dallo
sportello dell'aereo. Le giovani aviatrici volavano di notte,
effettuando anche una decina di incursioni a volta. Spegnevano il
motore e nel silenzio lanciavano le bombe sul nemico. Trasportavano
anche scorte destinate ai partigiani: farmaci, munizioni, generi
alimentari, lettere e pacchi postali.13
I soldati tedeschi erano letteralmente
terrorizzati dai raid delle Streghe della notte e chi riusciva ad
abbattere un “compensato russo”, così come era chiamato dai
soldati nazisti il Polikarpov U-2,
veniva insignito con la “Croce di ferro” la più alta
onorificenza militare del Terzo Reich.14
In
genere l'equipaggio del 588° reggimento, rinominato 46° Reggimento
guardie di Taman a partire dal 1943 a seguito di due celebri ed
importantissime vittorie sovietiche nella Penisola di Taman, era
composto da un'aviatrice e da un'ufficiale di rotta, per lo più
studentesse universitarie.15
Tra
i personaggi più celebri e maggiormente decorati del 46°
Reggimento di Taman si possono ricordare Natalya Meklin, che dopo la
guerra divenne giornalista e scrittrice, Ira Sebrova, un ex meccanica
in una fabbrica, che svolse oltre 1000 azioni di bombardamento,
Mariya Smirnova, Dina Nikulina e l'ex studentessa di astronomia
Evgheniya Rudneva, morta durante un bombardamento su Kerch (città
della Crimea), ed il cui nome è stato dato ad un asteroide. Tutte
loro formarono un gruppo affiatato e speciale: facevano lezione,
pubblicavano giornali, scrivevano versi.16
Questa
squadriglia era comandata con sagacia e con abilità dal maggiore
Evdokija Beršanskaja, unica donna russa ad essere insignita del
prestigioso riconoscimento di Cavaliere dell'Ordine di Suvorov.
Il
reggimento entrò in azione alla fine del maggio 1942 nel Donetsk, in
Ucraina orientale, e contrastò l'avanzata tedesca prima nel Kuban e
poi nel Nord del Caucaso. Successivamente combatté i nazisti in
Crimea, in Bielorussia, in Polonia ed infine in Germania. Le ultime
foto del reggimento ritraggono i Polikarpov
in volo sopra il cielo di Berlino, sulla Porta di Brandeburgo.17
Le Streghe della Notte svolsero 23.000 missioni
in tre anni, colpendo duramente ponti, nodi ferroviari, stazioni,
depositi di munizioni, concentrazioni di soldati, aeroporti nemici.
Trentatre aviatrici perirono, durante i combattimenti . Molte di loro
ricevettero postume il titolo di Eroine dell’Unione Sovietica, di
Eroine della Federazione Russa ed una, Katya Dospanova, del
Kazakhistan.18
Il 587° Reggimento, anch'esso fortemente
voluto da Marina Raskova, era, invece quello comandato da Valentin
Markov, che pur non avendo ricevuto il nomignolo di “Streghe della
notte” come il 588° diede un contributo fondamentale nell'economia
militare sovietica durante il conflitto bellico ed era specializzato
nel bombardamento in picchiata. L'aereo utilizzato dalla squadriglia
era un Petlyakov Pe-2,
considerato da molti studiosi e storici come uno dei migliori
bombardieri della seconda guerra mondiale. Il Petlyakov
era un aereo molto veloce e molto difficile da pilotare, solo le
ragazze con oltre mille ore di volo vennero destinate a questo
reggimento.19
In realtà questa squadriglia avrebbe dovuto
avere un aereo biposto, il Sukhoi
Su-2, ma la Raskova restò delusa
dalle prestazioni di questo aereo, che pilotò a più riprese in
passato, e chiese ed ottenne il Petlyakov,
che però era molto complesso da mantenere ed, inoltre, le
mitragliatrici erano molto dure, richiedevano uno sforzo iniziale di
60 chili, per essere azionate, quindi fu necessario aggiungere degli
uomini a questo stormo, che spesso ricoprivano il ruolo di
mitraglieri. Marina Raskova morì proprio pilotando uno di questi
aerei mentre guidava una pattuglia a Stalingrado: a causa di nuvole
molto basse non vide una scarpata e il suo aereo precipitò al suolo,
su una delle rive del Volga.20
Il Reggimento da
Bombardamento in picchiata (inizialmente denominato 587° BAP ed in
seguito 125° GvBAP) sganciò 980 tonnellate di bombe nel corso di
1134 missioni e svolse 4419 missioni di combattimento rivendicando
l'abbattimento di 38 aerei nemici durante 125 battaglie aeree.21
Il 587° reggimento iniziò a combattere a
Stalingrado, l’odierna Volgograd, nel febbraio 1943, e poi si
spostò a sud, contrastando i tedeschi nel Kuban, nel Nord del
Caucaso, poi in Bielorussia, in Polonia ed infine nei paesi
baltici.22
Il 586° era, invece, un reggimento caccia. La
Raskova riuscì ad ottenere per questo reggimento gli Yakovlev
Yak-1, i migliori caccia sovietici
del tempo, costruiti a Saratov, dove le ragazze si erano addestrate.
Anche questo reggimento aveva dei piloti e dei tecnici maschi, in
quanto lo Yak
era un aereo molto complesso da pilotare e le ragazze avevano avuto
un corso troppo breve per essere preparate a dovere. Il comandante
era Tamara Kazarinova. Inizialmente questo reggimento venne schierato
nelle retrovie, a difesa della città di Saratov e della sua fabbrica
di aerei, ma molte ragazze ardevano dal desiderio di andare al
fronte. Alla fine, nel settembre 1943, otto di loro vennero mandate a
Stalingrado. Tra queste spiccavano Lidya Litvyak e Katya Budanova, le
uniche due donne asso nella storia dell’aviazione russa (un asso in
aviazione è un pilota che ha abbattuto almeno cinque aerei nemici).
Il 13 settembre 1943 proprio Litvyak fu la prima donna pilota ad
essere accreditata dell'abbattimento di un aereo nemico, anzi, due:
un caccia Messerchmitt Bf109
e un bombardiere Junkers Ju88.23
Il 586° combatté a Voronezh, Kursk, Kiev,
Zhitomir ed in Ungheria, a Debrecen ed a Budapest. Spesso i suoi
compiti erano quelli di proteggere nodi ferroviari o di scortare
personaggi importanti, tra i quali il futuro presidente sovietico
Nikita Chruščëv.24
Durante
l'arco del conflitto e dopo, molte aviatrici furono insignite di
importanti onorificenze tra cui il già ricordato titolo di Cavaliere
dell'Ordine di Suvorov e l'ordine della Bandiera Rossa, un altro
prestigioso riconoscimento militare dell'Unione Sovietica.25
Tutte queste donne ed in particolare le Streghe della notte
celebrarono il Giorno della Vittoria il 9 maggio onorando la memoria
delle compagne morte in battaglia e che non avevano avuto la fortuna
di vivere insieme a loro quel giorno felice.26
Il patriottismo e l'eroismo di queste donne
hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi una straordinaria
pagina di storia che non va dimenticata.
Filippo
Ferraro
1,
12, 21 Anne Noggle - Christine A.
White, A Dance with Death:
Soviet Airwomen in World War II,
1993.
2
Reina Pennington, Wings,
Women & War: Soviet Airwomen in World War II Combat,
2001.
3,
4, 8 Gian Piero Milanetti, Le
Streghe della Notte: La storia non detta delle eroiche ragazze-pilota
dell'Unione Sovietica nella Grande Guerra Patriottica,
2011.
5,
16, 23, 25 Kazimiera Janina, Women
in War and Resistance. Selected Biographies of Soviet Women Soldiers,
1998.
6,
13, 14, 17, 22, 24 Henry Sakaida -
Christa Hook, Heroines of the
Soviet Union: 1941-45, 2003.
7,
9, 20 Gian Piero Milanetti, Soviet
Airwomen of the Great Patriotic War. A pictorial history,
2013.
10
Marina Rossi, Le
Streghe della notte. Storia e testimonianza dell'aviazione al
femminile in URSS. 1941-1945, 2003.
11
Robyn Dixon, Day
of Glory for USSR's Night Witches,
2001.
15,
26 Harold Stockton - Dariusz Tyminski -
Christer Bergström, Marina Raskova
et les femmes pilotes soviétiques durant la guerre 1939-45,
2009.
19
Mike Wright, What
They Didn't Teach You About World War II,
1998.
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