Torre Juche a Pyongyang
L'ideologia Juche è
un tipo di teoria filosofico-politica creata e diffusa dall'ex leader
nordcoreano Kim Il-sung secondo la quale le masse sono,
sostanzialmente, le principali protagoniste della rivoluzione, della
costruzione e dello sviluppo del paese.1 Questa
teoria è diventata ufficialmente l'ideologia statale autarchica
della Repubblica Democratica e Popolare di Corea (DPRK) nel 1972,
sebbene già nel ventennio compreso fra il 1950 ed il 1970 Kim
Il-sung e gli altri teorici del Partito dei Lavoratori che governa la
Nord Corea, tra cui spicca la figura di Hwang Jang-yop, avessero
elaborato la dottrina Juche, la quale è composta da
una serie di linee guida che sono state utilizzate, in quegli anni,
dal governo nordcoreano per giustificare le proprie decisioni di
politica domestica ed estera. Tra le più importanti ci sono
l'indipendenza politica e militare e l'autosufficienza economica.2
Juche è
una parola di origine sino-coreana che è molto difficile da
tradurre. Sebbene molti studiosi, scienziati politici e linguisti
abbiano cercato di descriverla in termini di indipendenza, autonomia
e autosufficienza il suo significato è molto più sfumato, profondo
e complesso.3 È stato
lo stesso leader Kim Il-sung in un discorso del 1972 a fugare ogni
dubbio ed a spiegare che cosa si intende per Juche: «Stabilire
lo Juche significa, in parole povere, essere i
protagonisti della rivoluzione e della ricostruzione del proprio
paese. Ciò vuol dire mantenere una salda posizione di indipendenza,
rifiutare la dipendenza dagli altri, contare sulle nostre proprie
forze, credere nella nostra forza, avere fiducia in noi stessi,
mostrare lo spirito rivoluzionario dell'autosufficienza, e, quindi,
risolvere da soli i nostri problemi ed assumerci le nostre proprie
responsabilità in ogni circostanza».4
Il
governo della DPRK sostiene che l'ideologia Juche è
una reinterpretazione creativa da parte di Kim Il-sung dei principi
marxisti-leninisti per adattarli al meglio alla realtà politica
della Repubblica nordcoreana. Kim Il-sung e suo figlio e
successore a capo della nazione Kim Jong-il hanno, con successo,
assurto l'ideologia Juche a principale punto di
riferimento politico nazionale per evocare nel popolo nordcoreano un
fiero orgoglio nazionalistico, considerato come il propulsore
dell'indipendenza statale ed il mezzo necessario per portare avanti
le politiche di autosufficienza e sacrificio, anche
in periodi particolarmente difficili come la carestia e la
stagnazione economica.5 Il
primo riferimento all'ideologia Juche come base
della politica autarchica nordcoreana è avvenuto in un discorso del
1955 tenuto dall'allora leader Kim Il-sung. Le testuali parole
del “grande leader”, così come chiamato dal popolo
nordcoreano, furono: «Per poter fare la rivoluzione in Corea
dobbiamo conoscere la storia e la geografia coreana così come i
costumi e le tradizioni del popolo coreano. Solamente allora potrà
essere possibile istruire il nostro popolo nel modo migliore per
soddisfarlo ed infondere in esso un ardente amore per il suo luogo
natio e la sua terra madre».6
La
politica Juche si basa su tre pilastri fondamentali:
- Chaju: Indipendenza interna ed esterna;
- Charip: Indipendenza economica;
- Chawi: Indipendenza militare ed autodifesa.
Questi
tre principi sono stati sottolineati ed enfatizzati dal leader Kim
Il-sung in due famosi discorsi di fronte alla Suprema Assemblea del
Popolo, rispettivamente quello del 14 Aprile 1965 dal titolo “La
Costruzione socialista e la rivoluzione sudcoreana nella Repubblica
Democratica e Popolare di Corea” e quello del 16 Dicembre
1967 intitolato “Lasciateci difendere lo spirito
rivoluzionario di indipendenza, autosufficienza ed autodifesa
fondamentalmente in tutti i settori delle attività statali”.
In particolare, in quest'ultimo discorso il leader nordcoreano ha
dichiarato: «il governo della Repubblica implementerà tutte le
misure necessarie per soddisfare i requisiti di indipendenza,
autosufficienza ed autodifesa al fine di consolidare l'indipendenza
politica del paese (chaju), per costruire fondamenta più
solide di una economia nazionale indipendente capace di assicurare la
completa unità, indipendenza e prosperità della nazione (charip)
e per aumentare le funzionalità di difesa dello Stato, così da
salvaguardare la sicurezza della terra madre grazie alle nostre
uniche forze (chawi), misure che incarnano, splendidamente,
l'ideologia Juche del nostro partito in tutti gli
ambiti e settori».7
Il chaju,
ossia l'indipendenza politica sia all'interno dei confini nazionali
che in tema di politica estera è uno dei tasselli portanti
dell'ideologia Juche. Con riguardo alle relazioni
internazionali, il chaju intende sottolineare
l'importanza di una totale eguaglianza e di un rispetto reciproco fra
le nazioni. Questo principio, inoltre, mette in evidenza il fatto che
ogni Stato ha il diritto di autodeterminarsi al fine di assicurare la
felicità e la prosperità al suo popolo nel miglior modo possibile.
Ciò ha contribuito a limitare notevolmente la cooperazione con
poteri ed organismi esterni alla nazione. Infatti, secondo
l'interpretazione statale dello Juche, cedere alle
pressioni esterne o tollerare interventi da parte di organismi esteri
renderebbe impossibile mantenere il chaju, o difendere la
propria indipendenza nazionale e la propria sovranità. Ciò, a sua
volta, minaccerebbe la capacità della nazione di difendere gli
interessi del popolo, in quanto l'indipendenza politica è
considerata un elemento assolutamente fondamentale per
l'autosufficienza economica e l'autodifesa militare.8 Kim
Jong-il ha annunciato che la dipendenza da poteri esteri condurrebbe
al fallimento della rivoluzione socialista in Corea. Suo padre Kim
Il-sung, tuttavia, ha sottolineato l'importanza della cooperazione e
del supporto reciproco nei confronti di paesi considerati “pari
socialisti” come la Cina, l'Unione Sovietica, Cuba ed
alcuni paesi africani.9 Egli
ha anche affermato che il successo del suo regime è stato possibile
grazie al modo indipendente in cui sono stati risolti i problemi,
attraverso l'adattamento dei principi marxisti-leninisti alle
specifiche condizioni della Repubblica Democratica e Popolare di
Corea. Secondo la sua visione, costruire forze politiche interne per
mantenere il chaju era ed è una condizione
imperativa.10 Il fattore
cruciale per raggiungere il chaju è il modo in cui
il popolo si stringe attorno al partito, ai suoi principi ed alla
figura del capo: Kim Il-sung prima, Kim Jong-il dopo, Kim Jong-un
adesso. L'unità del popolo nordcoreano è uno degli elementi
caratterizzanti di questo sistema che, spesso, si manifesta con
imponenti parate e spettacolari eventi pubblici.
Per charip si
intende, invece, l'indipendenza economica. Secondo la dottrina
politica nordcoreana un'economia indipendente ed autosufficiente è
necessaria sia per assicurare l'integrità politica sia per
raggiungere un certo livello di prosperità nazionale. Il charip è
visto come la base materiale su cui poggia il chaju, cioè
l'indipendenza politica. Infatti, Kim Il-sung temeva che la
dipendenza economica da aiuti esterni avrebbe reso lo stato un
satellite politico di altri paesi e credeva che sarebbe stato
impossibile costruire con successo una repubblica socialista senza le
fondamenta tecniche e materiali provenienti da un'economia nazionale
indipendente. Questa economia sarebbe costituita, secondo lui, da una
potente base di industria pesante, con l'industria di costruzione dei
macchinari a farla da padrone. Ciò avrebbe permesso di equipaggiare
l'industria leggera, l'agricoltura, i trasporti e tutte le altre
branche dell'economia.11 Quindi,
secondo l'ideologia politica nordcoreana, costruire un'economia
nazionale indipendente significa costruire un'economia che è libera
dalla dipendenza dagli altri e che è in grado di reggersi da sola;
un'economia che serve il suo popolo, che si basa sulle proprie
risorse e sugli sforzi ed il lavoro dei suoi abitanti.12 Per
dirla in un'unica parola: autarchia. La produzione indipendente di
cibo è considerata particolarmente significativa in quanto
un'agricoltura di successo permetterebbe alle persone di avere
condizioni di vita stabili e di autosostentarsi. Altrettanto
importante per la sopravvivenza e l'indipendenza dell'economia
nazionale è stata la creazione di fonti affidabili ed indipendenti
di materie prime e combustibili.13 L'ampia
modernizzazione dell'economia e la formazione di dirigenti e
personale altamente qualificato è stato un fattore ugualmente
indispensabile per la costruzione di un'economia nazionale
indipendente. Kim Il-sung è stato abile a mantenere
un charip basato sul
principio Juche dell'autosufficienza, che, tuttavia,
non è sinonimo di un'economia chiusa ed isolata. Lo stato ha,
infatti, incoraggiato lo sviluppo di una cooperazione tecnica ed
economica con altri paesi socialisti, comunisti ed emergenti legati
ed accomunati da un'unità ideologica.14
L'ultimo
pilastro su cui è costruita l'ideologia Juche e, di
conseguenza, la politica nordcoreana è il chawi, vale a
dire l'indipendenza militare. Esso è un fattore strettamente
correlato con un altro grande principio che regge la struttura
politica del paese asiatico: il Songun, considerato
la base della politica militare della Nord Corea. Poiché la dottrina
militare è retta per lo più dall'ideologia Songun il chawi è
visto, sostanzialmente, come l'insieme di regole che devono essere
implementate al fine di costruire un sistema di
difesa autosufficiente, che implica la mobilitazione
dell'intero paese e la diffusione dell'ideologia Juche nelle
forze armate. Ciò, insieme alla dottrina Songun, si
esplica in una serie di manifestazioni e parate militari che
coinvolgono soldati e civili. Ogni cittadino nordcoreano, sia uomo
che donna, deve infatti dedicare una parte del proprio tempo
all'esercito o all'espletamento di qualche attività militare. Coloro
che non sono direttamente chiamati alle armi contribuiscono
attraverso la costruzione ed il mantenimento dell'industria domestica
di difesa e sicurezza e rimangono ideologicamente preparati così da
intervenire in caso di bisogno e di mantenere il fronte interno unito
in un senso di superiorità socio-politica. Il chawi è
visto anche, secondo le parole di Kim Il-sung, come l'elemento
fondamentale per proteggersi dagli «aggressori imperialisti
stranieri che mettono in pericolo i principi e la stabilità
interna».15 Questo
principio è, quindi, volto a preparare il popolo coreano ad
affrontare un'eventuale guerra ed a mantenere, di conseguenza,
l'indipendenza economica e politica, così da legarsi
indissolubilmente agli altri due principi del Juche,
ossia chaju e charip.
L'importanza
dell'ideologia Juche come
base politica e principio guida su cui si regge l'intero sistema
politico nordcoreano è talmente forte che in suo onore è stata
costruita anche una torre a Pyongyang, capitale della Nord Corea,
chiamata appunto Torre
Juche .
Completata nel 1982, sorge sulla riva sinistra del fiume Taedong,
esattamente di fronte a piazza Kim Il-sung, sita sulla riva opposta.
Venne eretta per commemorare il 70º compleanno di Kim Il-sung e
riunisce simbolicamente i principi di autarchia, autosufficienza,
patriottismo, tradizionalismo coreano e marxismo-leninismo.16 Alta
complessivamente 170 metri, consiste di una guglia alta 150 metri
composta da 25.550 blocchi di granito (365 × 70, uno per
ogni giorno della vita di Kim Il-sung fino al 70º compleanno)
rivestiti in pietra bianca con 70 divisioni e sormontata da una
torcia (modellata a forma di fiamma) illuminata internamente, alta 20
metri e pesante 45 tonnellate.17 Nella
base della torre vi sono alcune sale in cui saltuariamente
installazioni video illustrano l'importanza ideologica della
torre.18 La
Torre Juche è la seconda più alta colonna monumentale al mondo,
dopo il San Jacinto Monument in Texas, 2.9 metri più alto. Oltre
alla torre, l'area del monumento ospita anche una statua di 30 metri
raffigurante tre persone: una con un martello, una con una falce e
una con un pennello da calligrafia a rappresentare le categorie degli
operai, dei contadini e degli intellettuali, analoga alla Statua
dell'Operaio e della Kolchoziana che
si trova a Mosca. I tre strumenti formano l'emblema del Partito dei
Lavoratori di Corea. Vi sono inoltre altri sei gruppi di sculture,
alti 10 metri, che simbolizzano altri aspetti dell'ideologia di Kim
Il-sung. Infine, accanto alla torre, una parete ospita 82 placche di
amicizia donate da sostenitori stranieri.
Filippo
Ferraro
1,
6 Bruce Cumings, Korea's Place in the Sun: A
Modern History, 1997.
2 Don
Oberdorfer, The Two Korea, 1997.
3 Felix
Abt, A Capitalist in North Korea: My Seven Years in the
Hermit Kingdom, 2014.
4,
7, 9, 10, 11, 15 Yuk-sa Li, Juche! The Speeches
and Writings of Kim Il Sung, 1972.
5 Tai-sung
An, North Korea in Transition: From Dictatorship to Dynasty,
1983.
8,
12, 13, 14 Jong-il Kim, Accomplishing Juche
Revolutionary Cause, 1990.
16,
17, 18 Martin K. Bradly, Under The Loving Care of
The Fatherly Leader, 2004.
N.B.
In relazione alle note 4, 6 e 7 le traduzioni sono ad opera
dell'autore dell'articolo.